A prima vista poteva sembrare un’ottima notizia: l’emendamento 5 Stelle sulla canapa a firma Mollame nel Decreto Ristori chiedeva che la vendita della cannabis detta light venisse regolamentata in maniera più chiara.
E fin qui tutto ok. Peccato che scorrendo l’emendamento, proprio alla fine nell’ultimo paragrafo, spunti un rimando alla legge 504 sui monopoli che ha lasciato i piccoli agricoltori, produttori e commercianti alquanto stupiti, visto che avevano avuto modo di confrontarsi con il Senatore Mollame e discutere proprio di questi punti qualche giorno prima.

Chiariamo meglio cosa veniva proposto: inserendo a fine emendamento un rimando alla 504 si delegava la gestione del fiore di canapa all’agenzia delle dogane e monopoli, senza alcuna ulteriore specifica.
Non essendoci un’accisa prevista e nemmeno delle destinazioni d’uso, il monopolio assocerebbe probabilmente la canapa al tabacco con accise simili per entità.
Un altro scenario probabile sarebbe stato quello per cui il giorno dopo chiunque avrebbe potuto registrare delle sigarette o un trinciato di canapa, e – con le complesse dinamiche del tabacco- impedire il commercio di prodotti concorrenti a tutti gli altri.
L’inserimento in 504 potrebbe inoltre annichilire la qualità del prodotto, perché per renderlo standard nei valori sarebbe necessario trinciarlo quindi polverizzarlo completamente.

Un inserimento in 504 avvantaggerebbe quindi la grande distribuzione, ammazzando i piccoli produttori di eccellenze.

La canapa non ha come utilizzo esclusivo il fumo, ma tantissimi altri usi come l’alimentare, il floreale, l’erboristico, il cosmetico. Ricordiamo come la ragion d’essere di un’accisa siano le esternalità negative quindi il danno sociale che potrebbe avere il consumo di un determinato prodotto. In Svizzera si è applicata ed è stata riscossa proprio un’imposta sul tabacco per la canapa legale, ma a fine gennaio 2020 ben tre sentenze della corte federale svizzera hanno deciso la restituzione di questa accisa a coltivatori e commercianti, perché non era possibile assimilare al tabacco un prodotto così complesso e dalle proprietà benefiche come la canapa.

Cosa propone Canapa Sativa Italia? La legge c’è già, la 242 del 2016 per la quale è possibile realizzare e mettere in commercio qualunque derivato dalla canapa.
Quello che non è chiaramente disciplinato è la vendita dei derivati con destinazione d’uso al consumo umano – e su questo c’è da fare un intervento legislativo. Infatti anche un emendamento che non contenga riferimenti alla 504, ma che al contempo non approfondisca gli usi, presta facilmente il fianco all’industria del tabacco e alla grande distribuzione che come detto sopra, potrebbe facilmente impedire l’esistenza di prodotti concorrenti come quelli di alta qualità dei piccoli agricoltori.

Per natura la canapa non può essere relegata a un banale succedaneo del tabacco, in quanto le destinazioni d’uso reali sono ben più variegate, e il consumo può avvenire in diversi modi.
La destinazione alimentare rappresenterebbe un volano economico e culturale non indifferente e un aiuto alla filiera con un grado di evoluzione che integrerebbe tutti i suoi comparti non solo a destinazione umana.
Per raggiungere questo obiettivo la visione politica e le soluzioni sono da cercare in Europa e in quei limiti ora invalicabili della regolamentazione sugli alimenti ed integratori collegati al THC.
Canapa Sativa Italia è cosciente dei limiti ma è da sempre focalizzata sulle soluzioni che in questo caso hanno bisogno di un sostegno politico ed economico rivolto oltre i confini nazionali.