Promotori della riduzione dei rischi legati al ruolo sostitutivo dei prodotti CBD, difensori dello stato di diritto, aziende preoccupate per i licenziamenti e l’amputazione di una parte importante del loro fatturato, negozi specializzati minacciati di chiusura a breve termine, consumatori di prodotti CBD allarmati per la criminalizzazione di questi nuovi prodotti, sgomenti per la manifesta violazione del diritto europeo e delle libertà fondamentali – condanniamo la pubblicazione di questo testo e chiediamo al governo di ritirarlo.
Sebbene sia riconosciuto che il CBD non è un narcotico e non presenta alcun danno per la salute dall’OMS, dalla Corte di giustizia dell’Unione Europea, dalla Corte di Cassazione Francese e da milioni di consumatori che ne fanno uso, sebbene si dimostri che, al contrario, contribuisce al benessere oltre che svolgere un importante ruolo nella riduzione dei rischi, offrendo un’alternativa alla cannabis ricreativa che è nelle mani dei trafficanti, il Governo ha fatto la scelta brutale e incoerente di vietare con effetto immediato il fiore di canapa CBD.
Il pretesto è stato inizialmente l’impossibilità per la polizia di distinguere il fiore di canapa CBD dalla cannabis ricreativa, mentre gli strumenti esistono e vengono dispiegati in altri Stati. Per poi aggiungere, a posteriori, blande considerazioni sanitarie a giustificare questo assurdo divieto generale.