Decreto 30 dicembre 2021: un fronte unito contro una decisione iniqua

Il decreto 30 dicembre 2021 di attuazione dell’articolo R. 5132-86 del codice della sanità pubblica è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale all’alba del nuovo anno. In particolare, prevede il divieto di vendita, detenzione e uso di “fiori e foglie” derivati dalla canapa. Un fronte unito di attori e operatori della società civile si oppone a questo testo e ne chiede il ritiro. 

Promotori della riduzione dei rischi legati al ruolo sostitutivo dei prodotti CBD, difensori dello stato di diritto, aziende preoccupate per i licenziamenti e l’amputazione di una parte importante del loro fatturato, negozi specializzati minacciati di chiusura a breve termine, consumatori di prodotti CBD allarmati per la criminalizzazione di questi nuovi prodotti, sgomenti per la manifesta violazione del diritto europeo e delle libertà fondamentali – condanniamo la pubblicazione di questo testo e chiediamo al governo di ritirarlo.

Sebbene sia riconosciuto che il CBD non è un narcotico e non presenta alcun danno per la salute dall’OMS, dalla Corte di giustizia dell’Unione Europea, dalla Corte di Cassazione Francese e da milioni di consumatori che ne fanno uso, sebbene si dimostri che, al contrario, contribuisce al benessere oltre che svolgere un importante ruolo nella  riduzione dei rischi, offrendo un’alternativa alla cannabis ricreativa che è nelle mani dei trafficanti, il Governo ha fatto la scelta brutale e incoerente di vietare con effetto immediato il fiore di canapa CBD.

Il pretesto è stato inizialmente l’impossibilità per la polizia di distinguere il fiore di canapa CBD dalla cannabis ricreativa, mentre gli strumenti esistono e vengono dispiegati in altri Stati. Per poi aggiungere, a posteriori, blande considerazioni sanitarie a giustificare questo assurdo divieto generale.

Si tratta di una violazione sproporzionata dei valori costituzionali che strutturano lo stato di diritto francese, di una violazione della gerarchia delle norme, in contraddizione evidente con i principi fondanti dell’Unione Europea: questo testo è destinato alla censura.

Avviamo quindi immediatamente una procedura urgente a nostra disposizione davanti al Consiglio di Stato per chiedere la sospensione del decreto, in attesa del suo annullamento nel merito.

 

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Ancora una volta constatiamo come il governo faccia la guerra agli operatori economici e ai suoi cittadini, persistendo in una inutile repressione che non ha altro effetto che rimandare sul mercato illecito un prodotto che invece era utile proprio per arginarlo. Alla vigilia delle grandi scadenze elettorali, il presidente della Repubblica, che si batteva per il pragmatismo, sembra essere diventato il difensore di un cieco dogmatismo. La nostra battaglia legale oggi deve vincere sulla politica. Invitiamo parlamentari e funzionari eletti a interrogare il potere esecutivo su questa raccapricciante situazione. Chiediamo ai Ministeri interessati di annullare l’applicazione di questo testo.

Chiediamo infine al governo di fare il punto della situazione e, di concerto, lavorare all’elaborazione di un nuovo decreto in linea con la realtà e le problematiche in gioco, considerando, in particolare, le condizioni che consentano la commercializzazione di tutti i prodotti derivati dalla canapa contenente cannabidiolo, con l’obiettivo di regolamentare questo promettente mercato e non di distruggerlo.

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Mattia Cusani +328 62 96 580